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      - L'animoso disegno fu applaudito. Altri, più rispettoso alle leggi, con bel dire aggiunse che di quei pericoli si parlasse alla Reggenza, e si ottenesse per decreto l'armamento de' buoni, offerendosi ambasciatore. Ed il primo: -Tu andrai ad aringare i reggenti, io ad avvisare i compagni, e, non cercando dei successi tuoi, sarà dimani primo ed armato per la città.
      La Reggenza, impaurita delle udite minacce della plebe, come dall'ardire de' partigiani francesi, aderì all'inchiesta, e fece decreto, che, stampato nella notte, fu affisso, prescrivendo quiete a' cittadini, e di essa difensori i gentiluomini di ogni rione, facoltati ad armarsi ed a percorrere, come forza pubblica, la città. E così, nel mattino del 13 di febbraio alcune migliaia di cittadini onesti ed armati andavano a partite per le vie e le piazze; mentre i làzzari, maravigliati e dispettosi, accusavano la tardità dei loro capi. Stavano le armi in mano dei partigiani di Francia, quei medesimi che, poco innanzi, seguaci di repubblica, avevano sofferto la prigionia o l'esilio; ed erano fresche le memorie, vivo il dolore delle patite stragi del 99; e con essi abitavano la città molti dei più feroci persecutori, e tutti i giudici delle Giunte di Stato, e giungeva esercito amico e potente. Così che invitavano alla vendetta, facilità di conseguirla, giusto dolore, instinto (quasi di umanità) e certezza di andare impuniti. Ma virtù civile si oppose: le case dei malvagi furono guardate; e, dal timore che la mala coscienza suscitava, vennero quei tristi rassicurati per discorsi e per opere dell'opposta parte. Allora fu visto la utilità delle guardie cittadine nei politici sconvolgimenti; e poscia, ricomposte ne' moti civili degli anni successivi, tre volte salvarono la città e le province, che della città si fanno esempio, dalle nequizie del 99.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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