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      Non pertanto, consultati gli stessi che lo spingevano alle azioni, si persuase a rispedire il legato, con mandato di ottenere per argomenti o preghiere che Bentinck rinunziasse alle condizioni di Gaeta e di Sicilia, tacendo per prudenza sul troppo nerbo dell'esercito inglese; ma che ne' casi estremi concordasse l'alleanza, come era proposta dall'ostinato inglese. Chiamò al secreto il ministro di Polizia duca di Campochiaro, al quale amor di patria e d'Italia non scaldava il petto; e per voto di lui aggiunse altro legato, un tal Nicolas, ignoto, se il liscio e le mondizie femminili non gli avessero attirato lo sguardo e 'l riso del pubblico. S'ingrandì e bruttò il numero de' consapevoli.
      Nelle nuove conferenze, Bentinck, rimasto saldo a' primi patti, concordò in quei termini coi due legati; spedì in Inghilterra nave da corso, avisos, per chiedere al suo Governo la conferma del trattato; e, certo di ottenerla, proponeva a' legati napoletani di spedire in Italia (se piaceva al re di operar presto) le pattovite schiere inglesi, ch'egli avrebbe tratte da Sicilia, Malta e Gibilterra.
      XLVIII. Fra le discordie delle conferenze e le accidentali traversie di mare tardava il ritorno da Ponza de' legati; e Gioacchino pendeva fra pensieri opposti, credendosi ora traditore, ora tradito, e sentendo ad un tempo le lusinghe del diadema d'Italia, e i timori dell'ira di Buonaparte. Mentre la scorta e sospettosa regina, esperta ad ammollire gl'impeti del marito e gli odi del fratello, parlava all'uno, scriveva all'altro in amichevoli sensi. E Buonaparte, o che cedesse per amor di lei, o che vedesse i pericoli del tradimento, rispose lettere di domestico affetto, pegni di pace per Gioacchino. E nel tempo stesso scrissero al re il maresciallo Ney ed il ministro Fouché; dei quali il primo diceva che l'esercito impazientiva non vedendo ancora tra le file il re di Napoli, che la cavalleria apertamente lo appellava, che forse il destino di Francia stava nel suo braccio: corresse su l'Elba.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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