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      Ma per farsi maggior profitto di quegli errori del nemico, bisognava combattere i due eserciti quando eran tra loro a maggior distanza; e venire a giornata prima con Bianchi che con Neipperg. Le quali condizioni si avveravano ai dintorni di Macerata, allora Bianchi trovandosi allo scender dei monti verso Tolentino, Neipperg alle opposte pianure del Cesano, e noi nelle forti posizioni del mezzo, con Ancona, nostra, sul fianco. Si trascuravano i monti, gagliardi alle difese, di Colfiorito e Camerino, perché il disegno di quella guerra consisteva, non già nel trattenere il nemico, ma vincerlo, essendo l'indugio contrario a noi; e perché se quei monti erano presi da noi, tornava intero lo esercito tedesco, e rimaneva lontana ed inabile a soccorrerci Ancona.
      Era dunque in Macerata il fine della guerra; ma per giungervi facean d'uopo ai Napoletani venti giorni di cammino e di travagli. Il re tenne chiusi quei pensieri; fuorché (comandato prima il segreto) al generale del Genio, del quale abbisognava per riconoscere i campi opportuni al combattere, ed il terreno da percorrere; condizioni necessarie a governare il cammino dell'esercito, così da farlo giungere a Macerata, quando Bianchi appena' era in Tolentino, ed appena Neipperg al Cesano; che il più tardi come il più presto distruggeva la pienezza de' suoi disegni. Volevasi in quelle mosse geometrica misura, e tal si tenne, di modo che la ritirata dal Po, oggi oscura o schernita, si citerebbe ad esempio di strategia se fosse stata fortunata quanto saggia.
      LXXXVI. Marciò l'esercito da Imola a Faenza, indi a Fori!, indi a Cesena, senza fatti di guerra, perché Neipperg osservava quei movimenti e li seguiva in distanza. Della Guardia sapevasi che viaggiava verso Foligno, dapoiché i suoi generali, sempre più creduli alle false voci ed alle apparenze di guerra, che il generale Nugent scortamente simulava, abbandonarono Firenze; ed il precipitoso partire fu cagione che lettere del re ed un uffiziale della sua Casa che le recava, cadessero in mano al nemico.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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