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      Ed oggi, dopo vari consigli, costretto dalle presenti condizioni, la rifece qual era innanzi, dandole nome di leva, e chiamando recluta il coscritto. Sperò coprire colle mutate voci la turpitudine della violata promessa; ma il popolo, doppiamente sdegnato, ricordando i coscritti avere comodi, fama, fortuna, diceva esser le reclute misere ed abbiette, ed il legittimo re, condannando le asprezze degli usurpatori, esercitarle tutte ed in peggio.
      Il modo di comporre gli eserciti per coscrizione. necessario alle repubbliche, alle monarchie costituzionali e alle dispotiche moderate se la feudalità vi è stata abolita, oggi è adoperato fin dai governi più assoluti, come il solo capace di sostenere la immensa mole degli eserciti. Ma, tirando principio dall'eguaglianza fra' cittadini, appartiene alla novella civiltà; e quindi ne' paesi liberi e di leggi uguali fa migliore l'esercito, ma i suoi benefizi si disperdono sotto governi arbitrari, che voglion discipline varie, ed a piacimento del re favori o rigidezze. Ed arreca danno certo a' governi odiati, per le opinioni di patria e di famiglia che i coscritti portano nell'esercito. A venti anni già si udirono i consigli de' sapienti, i voti de' cittadini, i lamenti del padre. Egli è dunque impossibile formare per coscrizione esercito servo, passivo, cieco ad ogni ubbidienza. E senza la coscrizione è impossibile a' dì nostri raccorre un tanto numero di milizie assoldate, ed averle buone. Contrasto inesplicabile, che spinge i governi assoluti alla ruina, ed i popoli alla civiltà.
      Ho riferito altrove che nel 1790 furono composte molte compagnie di miliziotti, poi dette nella Repubblica "guardie civiche", abolite alla caduta di quel governo, rinnovate nel regno di Giuseppe, accresciute da Gioacchino, e chiamate "legioni provinciali". Quelle stesse milizie civili, che per le condizioni della legge contenevano ottantamila inscritti, vennero formate, nel 1817, in ventuno reggimenti, quante sono le province nelle Due Sicilie: obbligo e titolo ad essere inscritto era il possedimento di beni stabili; gli uffiziali, scelti dal re fra i possidenti maggiori; le armi, le ordinanze, il vestimento, militari; il servizio, gratuito e civile.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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