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      Ciò che nel nostro caso la patria esige da noi, voi lo sapete; e ciò che esige l'onore, io nol dirò ad uomini onoratissimi. Per la mia parte dichiaro a voi che insieme a mio fratello, principe di Salerno, vi saremo compagni ne' cimenti della guerra, consorti nei destini dell'avvenire. - Si tacque; applaudirono gli astanti; e tanto più che le antiche discordie fra' generali erano chetate o celavansi. Sapevasi per lettere autorevoli la forza degli eserciti nemici essere in Italia di settantamila austriaci, dei quali cinquantamila pronti a marciare sulla frontiera di Napoli: altri rinforzi preparar l'Austria, muover lentamente l'esercito russo, starsi il prussiano, cui la guerra d'Italia, per fatto di libertà, sarebbe pericoloso esperimento.
      Essendo il nostro esercito di quarantamila soldati, dei quali dodicimila presidio della Sicilia, assoldare le milizie civili era bisogno per accrescere i combattenti, e prudenza per dare alla guerra indole nazionale. Fu deciso che tornassero da Sicilia quattromila uomini, movessero dalle province settanta battaglioni di milizia civile, e così accampassero alla frontiera trentadue-mila vecchi soldati, quarantaduemila di nuova leva, mentre che altre milizie si ordinassero per riserva. La scarsezza degli arnesi di guerra sgomentava, avvegnaché fra le passate speranze di pace, trascurate le provvidenze, tanto i bisogni soperchiavano la ordinaria misura de' rimedi, che pareva non bastasse l'umano ingegno. Si estimò non reggere a tanta mole la età grave del generale Parisi, e gli fu surrogato nel ministero di Guerra il general Colletta, già richiamato dalla Sicilia; ma invero il Parisi non aveva della vecchiezza fuorché gli anni ed il senno, essendo giovane la mente, ed affaticandosi al servizio pubblico come ambizione il pungesse, non qual uomo che già tutte aveva gustate e schifate le vacue delizie della grandezza.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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