Pagina (918/963)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Così che, volendo rappresentare ne' miei racconti la scena continua del popolo, non ho parlato di quelle leggi allorché inavvertite passavano, e disegnai di trattarne in questo loco, cioè quando furono intese e compiante.
      A rifare ed a migliorare le instituzioni gareggiarono il Ministero e il Parlamento. Ho riferito nel precedente libro i mali prodotti dal genio della novità; qui dirò i beni, godendo a laudare le geste e gli uomini meritevoli. Il duca di Campochiaro fu ministro degli Affari esteri. Destreggiò colle Corti nemiche: ma non val destrezza dove soperchia la contraria forza: nulla ottenne, lasciò il Ministero. Gli successe il duca del Gallo, che ne' consigli e nelle opere fu sagace, fido e anch'egli sventurato: nelle grandi quistioni di regno, accompagnando il re a Laybach, riferendo in Parlamento, consultando nel congresso dei ministri, fu per i partiti più liberi ed animosi. Pure lo morse la maldicenza, mostro cieco e rabbioso, nato di plebe, peste d'Italia.
      Fu ministro di Giustizia il conte Ricciardi, già chiaro sotto i regni di Giuseppe e Gioacchino. I codici non abbisognavano di riforma, e si sperava tempo più riposato per discutere ogni legge; perciò providde a' bisogni presenti della giustizia; vidde che le era intoppo la setta dei Carbonari, e due volte ne propose lo scioglimento, ma invano; però che si opponevano al buon disegno la timidezza de' principi, la timidezza o le affezioni dei deputati al Parlamento, il numero e la potenza dei settari. Indi propose la ricomposizione de' magistrati, però che ve n'era degl'inabili alle instituzioni moderne, o incalliti alle passate, o troppo gravi di età, o scelti senza merito, per favore, quando la Casa de' Borboni tornò a questo regno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





Ministero Parlamento Campochiaro Affari Corti Ministero Gallo Laybach Parlamento Italia Giustizia Ricciardi Giuseppe Gioacchino Carbonari Parlamento Casa Borboni