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      Felice il Venite in Laurenzana, assaltò nella notte le carceri di Calvello, altra città, e ne trasse un frate, settario anch'esso, frà Luigi da Calvello. Il quale, messo il piede in libertà, vestito da francescano, chiese alcun'arme e l'ebbe. Un uomo stava in disparte legato; perché, imbattutosi nei settari mentre andavano agli assalti del carcere, fu trattenuto, non come nemico o avverso, ma per prudenza del delitto. A questo misero il frate si avventò, e per dare argomento d'animo fiero, non dechinato sotto i travagli della prigionia, con molti replicati colpi l'uccise.
      In Aversa il vescovo Tommasi, ambizioso e caldo partigiano della tirannide, dimentico della carità del suo ministero, spiava i colpevoli di Stato; gli accusava, instigava il Governo a punirli, o, dove bastasse l'autorità di prelato, li puniva. Per lui stava in carcere un prete, Mormile, sostegno alla famiglia, venerato in patria, i congiunti del quale per continui prieghi e per lacrime speravano di ammollire lo sdegno del persecutore; ma quegli un giorno, infastidito, superbamente lor disse: - Sino a tanto piacerà a Dio tenermi vescovo d'Aversa, resterà il Mormile imprigionato. - La qual sentenza, diretta al giovine che lo supplicava, Carmine Mormile, produsse che subito cessasse dal pregare, e con gli altri della famiglia partisse. Soleva il vescovo, al dechinar del giorno, andare a diporto in carrozza; e il giovine Mormile, informato di quell'uso, poche ore dopo i feroci detti, nella pubblica piazza lo attese, e vedutolo si appressò, lo chiamò per nome, gli scaricò nel petto un'arme da fuoco che tenea celata sotto le vesti, l'uccise e disse: - Or non sei vescovo di Aversa, Iddio avveri la tua sentenza.
      In Palermo la setta de' carbonari, debole nel 1819, accresciuta dopo i trionfi del 1820, più numerosa, benché flagellata, nel 1821, si adunava nella notte in alcune grotte della contrada di Santo Spirito, lungi un miglio dalla città. Di che informata la Polizia, sorprese i settari (in quella notte soli quattordici) armati ed ornati de' fregi della setta.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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