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      Nelle Calabrie, negli Abruzzi, nella Sicilia continui tremuoti scuotevano gli edifizi, ed opprimevano parecchi abitatori. Così quell'anno 1822 fu mestissimo.
      Ma sia freddezza per le altrui sventure o prudenza di regno, il re e la sua Casa vivevano lietamente; ora festeggiando i dì natali e de' nomi, ora onorando i principi stranieri, perciocché in quell'anno il re di Prussia, i suoi figli ed il sovrano di Lucca vennero a diporto nella città: e poco appresso, sopra vascello napoletano, arrivò la già imperatrice duchessa di Parma, vedova Buonaparte, ammirata per quelle nozze ch'ella, ingrata e sola nel mondo, non ricorda e dispregia. Altro scandalo per gli afflitti popoli erano i palesi amori del re con una giovane danzatrice (Le Gros), per bellezza e lascivie famosa. Ed in quell'anno istesso con pubblica festevole cerimonia si espose nell'edifizio de' regi Studi la statua in marmo del re, colossale, in foggia di guerriero, opera del Canova.
      XI. Il re concedé profusamente titoli, dignità e ricchezze a' militari austriaci stanziati nel regno: il generale Frimont fu creato principe di Antrodoco, e donato di ducati duecentomila con lettera del re che dichiarava la gratitudine sua e della sua stirpe per il riacquistato impero. E tutto ciò ne' giorni medesimi, che, sciolto l'esercito napoletano, il re toglieva gradi, onori e stipendi a quei militari suoi soggetti, che per guerra o lungo servire gli meritarono, e distruggeva la convenzione di Casalanza. Vero è che, non osando rompere un trattato dalla fede dell'imperator d'Austria guarentito, ne fe' richiedere l'imperial ministro Fiquelmont, che subito replicò essere facoltà regia, ed anzi debito di politica distruggere quello accordo.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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