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      Fu distrutto. Si trovaron puniti della rivoluzione dell'anno 20 gli assenti da Napoli, gli avversi, gl'innocentissimi, e di quel mancamento non fece coscienza il re, non ne alzò grido l'imperatore, ne menò vanto il ministro Fiquelmont: tanto poco stimavano la religione dei giuramenti.
      XII. Si cambiò il ministero di Polizia in direzione; il principe di Canosa, che n'era ministro, fu nominato consigliere di Stato: restò più potente. Andarono in Austria prigioni tre già deputati, Poerio, Pepe, Borrelli; tre generali, Colletta, Pedrinelli, Arcovito, là confinati in lontane città, Gratz, Briinn e Praga. Il principe di Metternich accertò che i rigori di Napoli erano ignoti al Governo d'Austria, mentre il Governo napoletano diceva ch'erano voluti da' ministri dell'Austria. Si palleggiavano la vergogna di opere inique; ma, coll'andar degli anni e col ripetere il fallo istesso, gli uni e gli altri glorificavansi di quelle ingiustizie, chiamandole senno di governo. Si ricomposero i magistrati per distaccar gli odiosi e dare impiego a' partigiani. E si ricomponeva l'esercito per cassarne i murattisti, non ritenendo di tanto numero se non pochi astuti, che mutata la fortuna di Murat, e lui fuggito e spento, lo incusavano e maledicevano acerbamente, per farsi grati al nuovo regno e coprir d'odio non vero le vere colpe e le proprie vergogne nella guerra d'Italia del 1815.
      XIII. La finanza, per gli stipendi della Guardia e dei resti dell'antico esercito, per fare esercito nuovo, per pagar largamente il tedesco, per sostener lo Stato, più impoveriva ogni dì. Fu venduto il Campo di Marte, ricordo ed amore di Gioacchino; fu contratto debito di sedici milioni di ducati con Rothschild, banchiere ricchissimo, ebreo, famoso a' di nostri per gl'imprestiti fatti a' re, perciò barone, cavaliere di molti ordini, principal mezzo in Europa all'impero assoluto de' Governi, alla rovina degli Stati.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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