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      .. e un bel giorno, svegliandomi, mi trovai cambiato in un somaro con tanto di orecchi... e con tanto di coda!... Che vergogna fu quella per me!... Una vergogna, caro padrone, che SantAntonio benedetto non la faccia provare neppure a voi! Portato a vendere sul mercato degli asini, fui comprato dal Direttore di una compagnia equestre, il quale si messe in capo di far di me un gran ballerino e un gran saltatore di cerchi; ma una sera durante lo spettacolo, feci in teatro una brutta cascata, e rimasi zoppo da tutt’e due le gambe. Allora il direttore non sapendo che cosa farsi d’un asino zoppo, mi mandò a rivendere, e voi mi avete comprato!
      – Pur troppo! E ti ho pagato venti soldi. E ora chi mi rende i miei poveri venti soldi?
      – E perché mi avete comprato? Voi mi avete comprato per fare con la mia pelle un tamburo!... un tamburo!...
      – Pur troppo!... E ora dove troverò un’altra pelle?
      – Non vi date alla disperazione, padrone. Dei ciuchini ce n’è tanti, in questo mondo!
      – Dimmi, monello impertinente: e la tua storia finisce qui?
      – No, – rispose il burattino, – ci sono altre due parole, e poi è finita. Dopo avermi comprato, mi avete condotto in questo luogo per uccidermi; ma poi, cedendo a un sentimento pietoso d’umanità, avete preferito di legarmi un sasso al collo e di gettarmi in fondo al mare. Questo sentimento di delicatezza vi onora moltissimo, e io ve ne serberò eterna riconoscenza. Per altro, caro padrone, questa volta avete fatto i vostri conti senza la Fata...
      – E chi è questa Fata?


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Pinocchio
di Carlo Collodi
pagine 153

   





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