Pagina (29/196)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
     
     *

      * *
     
      Quando vien fatto ad un ragazzo un invito perchč rimanga a pranzo, o a cena, o a passare qualche giorno in campagna presso una famiglia che non č la sua, non deve mai scusarsi con quei complimenti comuni e convenzionali:
      Non vorrei dar disturbo;
      Grazie! non posso accettare;
      Sarebbe indiscrezione se accettassi, ecc.
      Il bambino non č padrone di sč. Non puņ disporre da sč, se accetterą o no l'invito; e perņ, č inutile che si dia l'aria di rifiutarlo. Dovrą limitarsi a mostrarsi molto lusingato dell'invito, rimettendosi al genitori, o a chi per loro, perchč decidano in proposito.
      Sia che accetti o rifiuti, non deve mai, nč colle persone che lo hanno invitato, nč coi ragazzi della famiglia ripetere le discussioni avvenute in casa, circa l'invito; nč le osservazioni, nč i commenti uditi. Puņ darsi che la mamma dica:
      No. In quella casa non si avvezzano abbastanza bene i ragazzi. Non voglio che i miei si vizino al cattivo esempio.
      Questo lo dirą nell'intimitą, col proprio marito, e, di comune accordo, troveranno una scusa plausibile per non accettare l'invito senza offendere le persone, cortesi ed ospitali, che l'hanno fatto. Ma guai se un ragazzo indiscreto avesse il cattivo pensiero di ripetere a' suoi piccoli anici quell'osservazione! Basterebbe a far nascere un diavolģo, a mettere la discordia fra due famiglie, a screditare sč stesso e l'educazione che ha ricevuta.
      Quand'anche dal ripetere una parola udita, non dovessero risultare altri danni che quello di fare un po' ridicolo il piccolo relatore, sarebbe sempre abbastanza per consigliarle a non ripetere mai, se non i discorsi sui quali ha potuto acquistare la certezza che le stesse persone, da cui li udģ, non esiterebbero a farli dove lui li ripete.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196