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      Ma mi riparerò all'ombra d'un poeta moderno e simpatico. Traverso l'azzurro della sua leggenda, apparirà meno uggiosa la tinta grigia de'miei consigli.
      Sono state al teatro a sentire la Partita a scacchi, signorine?
      Il babbo dice che le signorine non debbono andare alla commedia.
      È vero. Allora l'avranno letta? Neppure? Ebbene, in quella Partita a scacchi c'è una fanciulla giovane come loro, bella come loro, bionda come le visioni dei poeti, placida come l'innocenza, serena come un lembo di cielo.
      Si chiama Jolanda. È una figlia unica, ricca come una miniera, nobile come una regina. Ed elegante poi! N'hanno voglia loro, mie giovani lettrici, di studiare abbigliature e di mutarle? Jolanda non avrebbe che a comparire, per ecclissarle tutte. Portava in casa un abito lungo a strascico, di raso azzurro, guarnito d'ermellino, rialzato da un lato sopra una gonna di velluto; ed aveva le treccie cadenti; due lunghe treccie bionde, morbide, lucenti.... Oh le belle treccie di Jolanda! Non c'era partito così splendido, che fosse superiore a quella ricchezza di treccie.
      E Jolanda viveva solitaria col suo babbo in un vecchio castello, dove i giorni erano tutti uguali, dove non c'era mai ricevimento, punto feste, punto teatri, e se capitava una visita, era un avvenimento.
      Loro pensano di certo: Come doveva annoiarsi, poverina!
      Ebbene no, signorine mie. E qui sta tutto il merito di Jolanda. Sapeva amare la sua casa, sapeva starci. È appunto l'argomento su cui ero disposta a brontolare in principio di questo capitolo.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196

   





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