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      Ho capito. Non occorre dirne il titolo. Il mio libro lo possono leggere anche le signorine. È per questo che cercavo di dare un'altra forma alla tesi di quel racconto, ma non voglio che mi si accusi di plagio.
      Ho dato all'Emma quel romanzo e lei v'imparò che una signora ammodo non deve mai trascurare il proprio vestire davanti al marito. Deve tenere gli abiti da camera per le ore mattutine o per la tarda sera in camera da letto. Ma durante il giorno deve portare abiti attillati, eleganti nella loro casalinga semplicità, oppure, il che è anche meglio, abiti da casa chiari, di forma speciale che non si possano portare fuori di casa, che non siano nè il compassato costume da passeggio o da visite, nè il trascurato abito da camera. Qualche cosa di speciale, che le donnine di gusto sanno immaginare tanto bene coll'aiuto d'una buona sarta, e nel quale non manca una buona dose di civetteria, a tutto beneficio del marito. E questa toletta da casa dev'essere portata con tutti quegli accessori che costituiscono l'ordine: calze bene assortite (nere sotto un abito bianco, carnicine o azzurre sotto un abito turchino, rosa pallido sotto un abito rosa, ecc.), qualche braccialetto, un nastro al collo o una cravatta. È così che un uomo è avvezzo a vedere le mogli degli altri, e se la sua è meno accurata, ne viene di conseguenza quella tale malattia agli occhi, per cui si vedono tutte le donne più attraenti della propria.
      L'accuratezza, l'eleganza bene intesa, sono una specie di nobiltà individuale.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196

   





Emma