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      Gli stessi riguardi deve pure accennare di usarli anche al suocero, per deferenza alla sua età, ma non insistere se, come uomo, rifiuta d'accettarli.
      Infine una signora educata non deve ammettere altra differenza tra il contegno che usa in società, e quello che tiene in casa fuorchè un grado maggiore di espansione.
     
     
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      Il giorno fisso per ricevere, per quanto si sia cercato di bandirlo, si è radicato nei nostri usi. Alcune signore stabiliscono una data ora ogni giorno, ed è ugualmente bene. Anticamente sarebbe stata un'impertinenza. Erano soltanto i principi e le autorità, che potevano fissare un giorno od un'ora alle persone a cui volevano far l'onore di riceverle. Ma i semplici privati dovevano mostrarsi sempre pronti ad accogliere in qualunque giorno i loro eguali, che avevano la gentilezza di andarli a visitare.
      Accadeva però, che, mostrandosi sempre pronti ad accoglierli, erano sempre fuori, e non li accoglievano mai. Per cui si dovette adattarsi a dare alle visite quella specie di regolamento burocratico che è il giorno fisso.
      Parlando ad un'altra signora, si potrà domandare in che giorno riceve. Ma parlando di noi stessi bisogna dire: "Sto in casa il tal giorno" per non darsi l'aria importante d'una piccola potenza, che tiene ricevimento ufficiale.
      Una signora che riceve non deve mettersi un abito di gala, ma neppure può tenere un abito troppo dimesso; deve avere una toletta da casa elegante per mostrare ai suoi visitatori che ha pensato a loro, che s'è preparata ad accoglierli.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196