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      L'amor proprio del padrone di casa è ferito. Doveva essere un triste ospite Voltaire, il quale diceva che "l'aggettivo è il maggior nemico del sostantivo anche quando s'accordano in genere, numero e caso..."
      Dunque, signore mie, risparmino ai loro invitati la via crucis del loro podere.
      Accordino loro la massima libertà d'azione. Tocca all'ospite di non goderne e di associarsi completamente alle abitudini della famiglia. Se per caso l'ospite è un maestro o un dilettante di musica, non gli addossino l'incarico di divertire e far danzare tutto il vicinato. Se è un pittore, non lo condannino a ritrattare tutta la famiglia, dal capo di casa fino al gatto. Se è un avvocato non lo obblighino a dare una serie di consulti legali sui fatti loro, e se è un medico non lo tormentino coll'illiade dei loro piccoli e grandi malanni.
      L'ospite è un amico, lo trattino come amico soltanto, ed alla sua presenza, signore massaie, lascino andare tutti i discorsi d'economia. Sì, il vitto è caro; la carne ha un prezzo esagerato; e le frutta poi, un'immoralità. È verissimo. Tutto questo lo diranno al loro marito, lo scriveranno a me se hanno bisogno di sfogarsi un poco. Ma per chi vive in casa loro, capiranno che certi calcoli si potrebbero tradurre in volgare:
      Quanto mi costa ospitarli, signori miei! Mi sono debitori di tanto e tanto.... e poi ancora tanto!
      Quando un invitato annuncia che vuol partire, dev'essere sempre troppo presto per la padrona di casa. Le sembra che sia giunto allora! Però si guarderà bene da quelle dimostrazioni di amicizia imperiosa ed aggressiva, che nasconde le valigie, manda indietro le sfere degli orologi, fa perdere i treni, violenta gli ospiti in ogni maniera, e li obbliga ad una lotta corpo a corpo per ricuperare la loro libertà.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196

   





Voltaire