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      Figurarsi se quei signori vignaiuoli non pensavano a portargli una buona bottiglia d'uva matura, ed a gustarla con lui! Ne conoscevano troppo gli effetti sullo spirito giocondo del Dottorino, per non provocarli.
      Un giorno Giovanni si scontrò con suo padre sulla strada di Ghemme, ed il Dottorino lo invitò a seguirlo nel vigneto dei signor Pedrotti, dove raccoglievano l'uva bianca, e rimanevano tutto il giorno. Per quella sera Rachele non andrebbe sul terrazzo. Giovanni provò una deferenza per l'autore de' suoi giorni!... Non fece che voltar strada e camminargli a fianco, finché, giunti al vigneto, si dispersero in due filari diversi, perché il vecchio prendeva la più breve per arrivare al villino.
      C'era tutta la società elegante di Fontanetto a quella vendemmia. Giovanni udiva le chiacchierine delle signore traverso il filare di viti.
      «È dolce come il miele» diceva la moglie del segretario col viso arcigno come se dicesse: «È veleno».
      «Io ho sempre desiderio dei grappoli a cui non arrivo colla mano» rispondeva la voce acerba d'una giovinetta.
      «Allora eccone uno che ti farebbe voglia» osservò Rachele; e si accoccolò protendendo un braccio traverso il fogliame fitto che radeva il suolo, ed appoggiandosi coll'altra al terreno arso e cretoso. Ma il grappolo era indietro indietro, dall'altro lato del filare, e non le riesciva di coglierlo. Invece sentì qualche cosa di caldo solleticarle il palmo, e, quando ritirò la mano che qualcuno aveva trattenuta, s'avvide che stringeva un garofano.
      «Cos'è? Perché hai gridato?


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Il tramonto d'un ideale
di Marchesa Colombi
pagine 171

   





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