Pagina (126/171)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      «Sei stata troppo buona davvero. Non metteva conto di venire fin qui per questi cenci. Si sarebbe potuto venderli là; oppure avresti potuto tenerli».
      «Oh, sono suoi» disse per la terza volta la povera donna col cuore serrato.
      «Non importa» riprese Giovanni, «te li regalerei volentieri in compenso delle cure che hai avute pel povero babbo».
      La Matta si sentiva gelare il sangue di dentro. Non era l'accoglienza che s'era aspettata; le pareva che la mettesse fuori dell'uscio, e tremava tutta di vedersi sola nel mondo. Giovanni, vedendo che rimaneva a capo chino senza rispondere, credette di comprendere, e ripigliò: «Ma forse non sapresti dove metterla questa roba; non puoi portartela in casa dei padroni. Dove andrai ora?» le domandò con affettuosa premura. «Hai trovato da collocarti?»
      Fu un colpo di pistola in mezzo al cuore per quella serva devota. Non la voleva! Non ci pensava nemmeno di tenerla con sé! Quella delusione la colpì così dolorosamente che si lasciò ricadere sulla sedia e si mise a piangere ed a sospirare: «Oh povera me! O povera donna me!»
      Giovanni le sedette accanto, cercò di consolarla.
      «Non affliggerti così. Se non hai padrone, lo troverai; intanto puoi rimanere qualche giorno qui, e poi ti darò del denaro perché tu possa aspettare in casa della tua balia finché non ti capiti da collocarti bene. Sai che non sei una donna abbandonata. Ho de' doveri verso di te, e li riconosco volentieri...»
      Passeggiò su e giù per la stanza, come impacciato dalla presenza di quella donna, poi guardò l'orologio e vide che erano le sei: «Ma tu avrai fame» disse con premura.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il tramonto d'un ideale
di Marchesa Colombi
pagine 171

   





Giovanni Matta Giovanni Giovanni