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      Ed il galletto innamorato che segue la gallina colla testa alta, e la cresta rosseggiante, che le si pianta dinanzi con una gambina alzata, assorto in ammirazione fissandola cogli occhi sanguigni...
      Ad un tratto s'udì sorgere dal cortile d'un pollaiolo accanto la voce giuliva d'un galletto libero:
      - Chicchirichi!!!
      La gallina si rizzò d'un balzo; le penne le si gonfiarono intorno, la cresta si fece scarlatta, e, tutta fremente di gioia, sporse il capino dalla cella, e voltando il collo a scatti di qua e di là, guardò nel vuoto cogli occhi dilatati, come se vedesse gli orti, l'aia, il gallo; e, dal fondo del cuore, mise fuori anch'essa una voce acuta, giubilante come una risata:
      - Chicchirichìiiii!!!
      - "Gallina che canta da gallo, temporale o disgrazia" disse il cuoco, il quale, malgrado i suoi vent'anni di vita cittadina, non aveva dimenticati i proverbi del basso Novarese dov'era nato; e se ne andò canticchiando fra i denti una vecchia canzone burlesca:
     
      Senza galletto, la mia gallinaO poverina - come farà..."
     
      Ma le dava un'intonazione malinconica, allentava le cadenze, pareva che cantasse il Miserere; e finì la strofetta con un sospiro, poi camminò a lungo in silenzio, borbottando solo di tratto in tratto: Poveretta!
      Giunto a casa, depose le provviste in cucina, poi salì finchè c'erano scale, alle soffitte dove i padroni gli avevano assegnata una camera. C'erano parecchi usci sul pianerottolo, ed uno era socchiuso. Prima di aprire il suo, il cuoco spinse quello, ed entrò. Era una camera lunga e stretta, coll'ingresso ad un capo ed una finestrella all'altro.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





Novarese Miserere Poveretta