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      Sovente la Teresa alzava il capo dal tombolo e rimaneva cogli occhi fissi su quel quadrato turchino di cielo che vedeva traverso la finestra, e ne pensava la vastità, e l'infinito paese che ricopriva. Era come un paesaggio che Michetti avesse dipinto per lei, ed essa ci vedeva tutto il mondo, come un infermo, che ammira le bellezze della natura in una marina appesa alla parete di contro al suo letto, e s'imbarca su quelle navi minuscole, e traversa gli oceani, e sfida pericoli immaginarii.
      - Sempre malinconico, signor Battista? - Aveva detto la fanciulla che, nella serenità confidente de' suoi vent'anni, sorrideva spesso delle tristezze incomprensibili del vecchio. Ed allora Battista le aveva detto della macchina per l'ingrassamento meccanico dei volatili.
      - Una barbarie! Tenere quelle bestie al buio senza mangiare nè bere; perchè non si poteva dir mangiare il ricevere tre volte al giorno un nutrimento nello stomaco senza averne sentito il gusto.
      La Teresa lo ascoltava stupefatta. "Sì; era crudele. Povere bestie! Farle vivacchiare a quel modo prive d'aria e di luce, toglier loro la libertà di starnazzare, e d'appollaiarsi, condannarle a non gustar mai le delizie del greppo, contrariare tutti gli istinti della loro natura! e perchè? Per il vantaggio di pochi signori che al loro greppo troveranno un bocconcino più saporito.... Povere bestie! Povere bestie!"
      E la fanciulla, che passava la vita rinchiusa in quella stanzetta, colle mani e gli occhi forzatamente intenti sul tombolo, s'inteneriva sulla sorte crudele dei polli prigionieri.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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