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      Il medico le aveva portata l'infezione. La sua forte natura, la sua gioventù lottarono lungamente, e trionfarono del male; ma la bella fanciulla rimase orrenda. La bocca era contorta, gli occhi loschi; la pelle violacea e fortemente butterata pareva la corteccia d'un popone; ed uno stiramento di nervi sotto la guancia sinistra, torceva perennemente il collo da quella parte. Così erano finite la gioventù e la bellezza della signora Caterina. Quelle dieci visite dello sposo, avevano riassunta tutta la parte di poesia e d'amore, concessa alla sua povera vita.
      Dopo d'allora erano passati molti anni. Il padre era morto, lasciando gli affari del negozio in cattivo stato; e le due sorelle, invecchiate, s'erano trovate povere colla madre cieca, e s'erano ritirate nella casa del prete, dove, per dodici anni, avevano fatto la stessa vita di lavoro e di reclusione solitaria.
      Dopo dodici anni, la madre cieca si era spenta quietamente, senza malattia grave, senza dolore. Ed allora il prete aveva reclamato il suo quartierino.
      Quando io le vedevo giornalmente, la casa di San Giovanni non era più che una memoria rimpianta del loro monotono passato. La signora Caterina non aveva più fiori. Abitavano sulla piazza del mercato di contro alla nostra casa. Avevano una camera da letto, dove dormivano tutte e due, ed una prima stanza che chiamavano sala, ma che in realtà sarebbe stata una cucina. C'era un camino, nel quale la signora Caterina cucinava il pranzo, una tavola coperta di marmo bianco, che era il mobile di lusso, l'orgoglio delle due sorelle, due seggiole poste ai lati del balcone, e, contro la parete di faccia alla tavola, un mobile misterioso coperto con un tappeto verde.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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