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      Stufe non ce n'erano. I caldanini erano fatti colla carbonella e duravano tutto il giorno; e dovevano prepararli in quelle ore mattutine che non mi riescģ mai di sorprendere, quando nessuno, tranne le due zitellone, era fuori dal letto. Da venti, da trenta, da quarant'anni facevano sempre quella vita, tutti i giorni eguale, meschina, arida, senza un bene, strascicando una salute sciupata in una sequela di privazioni. All'estate l'aria era cattiva. Tutti s'andava in campagna; Novara rimaneva deserta. Le due sorelle s'affacciavano al balcone per vederci salire in carrozza, colle valigie, la mattina della partenza; ci salutavano colla mano, e prima che la carrozza avesse voltata la cantonata, erano ancora sedute ai loro posti, coi loro lavori. Passavano per noi tre mesi di gite, di vendemmie, di merende, di balli campestri, di recite di beneficenza, di spassi d'ogni maniera; ed alla fine di novembre, arrivando in cittą, sbucando sulla piazza, le prime cose a vedersi erano la signora Rosa e la signora Caterina ai due lati del balcone, coi due panierini, e la calza, ed il ricamo.
      Veniva il carnovale; c'erano i teatri, i balli, noi s'andava fuori quasi ogni sera; le due zitellone non potevano pił venire a lavorare in compagnia; ma la loro vita non mutava; era sempre quella, sempre eguale, regolata come un orologio; sempre le stesse cose alle stesse ore. Eppure non si lagnavano mai, ed erano sempre pulite, e pei giorni di festa serbavano un vestito di seta nera; andavano superbe delle loro trecento lire di rendita, e la signora Caterina diceva: "E non sono imbarazzata a guadagnarne altrettante". La signora Rosa sorrideva in silenzio, perchč in realtą la maggior parte di quel magro guadagno era dovuto a' suoi fini lavori; ma la signora Caterina, che era la pił forte, si considerava come capo della casa, e parlava sempre in prima persona.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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