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      È un tema di discorso dei più commoventi. Non c'è famiglia che non ne conosca qualcheduno, o anche parecchi, e non ne senta una grande pietà. La sera d'inverno, quando la vampa attirata dall'aria, russa ed ansima nella stufa, e la lampada velata da un paralume spande intorno una luce mite, e l'acqua pel tè gorgoglia nella cuccuma, e la tavola è coperta di giornali, di disegni, di ricami, di fotografie, di romanzi che ci hanno occupati piacevolmente un'ora prima, e ci occuperanno ancora allo stesso modo più tardi, o il domani, ci rannicchiamo ben bene nelle poltroncine a molla, sui divani morbidi, e, nella generosità del nostro cuore, facciamo un confronto straziante fra la nostra esistenza e quella di quei poveri spostati. "Vi sono degli impiegati a cento lire al mese e con una speranza d'avanzamento così lento! Dovranno avere i capelli grigi per arrivare a dugento lire. E i maestri di scuola? E questi? E questi altri? Ce n'è che si struggono per guadagnare tre lire al giorno. Pare incredibile; eppure è una crudele verità.
      Il peggio è per quelli che erano in una condizione migliore; trovarsi ad un tratto impoveriti, e dover rinunciare alle loro abitudini d'agiatezza! Perchè, infine, erano avvezzi a vivere come noi! E debbono accontentarsi di pranzare in un'osteria a due lire, di dormire in una cameruccia mobiliata, e magari di cercarsi un sovraccarico di lavoro per potersi pagare i vestiti e le scarpe, e passar la serata a fare delle traduzioni, o tenere in ordine il libro mastro di un negozio.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181