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      Pietro apriva la cassetta sotto il sedile del carro, e tirava fuori un pezzo di pane di gran turco; poi prendeva un secchio, e col secchio in una mano ed il pane nell'altra, mangiucchiando ed andando a trasciconi, cominciava il trasporto della rigovernatura.
      Quando usciva col secchio pieno, riponeva il pane nello sparato della camicia, alzava il secchio con tutte e due le braccia, e versava nella botte una broda scura e densa, nella quale nuotavano degli avanzi spoltigliati. Qualche volta, prima di versare il secchio, lo posava sulla botte, immergeva il braccio fino al gomito in quel luridume, e lo rimoveva per far venire a galla quello che c'era di solido; e se vedeva qualche avanzo di carne o di pesce, li pescava, li rinvoltava in un cencio di pezzuola turchina, e li nascondeva sotto una coperta umidiccia che faceva da cuscino al sedile del carro; poi tra un secchio e l'altro, quando il suo-padrone non c'era, andava a sollevare la coperta ed addentava avidamente quei rimasugli.
      I monelli ed i guatteri si divertivano di quel selvaggio. Lo spiavano per coglierlo sul fatto, e quando stava per mordere al suo pasto, gli gridavano imitando i camerieri che servivano i signori nell'osteria: "Filetto al sugo! Costolette alla marsigliese! Servito!" Pietro non capiva la burla, ma capiva che lo burlavano, e mostrava i pugni ai monelli.
      Quasi alla stess'ora della botte di Pietro, sovente assai prima, arrivava il carro d'un ortolano che veniva a prendere le spazzature. Era tirato da un asino magro e piccino.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





Pietro Pietro