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      Un giorno, dopo un'assenza di parecchi mesi da Milano, entrai nella sua porta per salire a vederla.
      - È morta, mi disse il portinaio. È morta di vaiuolo nero all'ospedale.
      - Perchè all'ospedale? domandai.
      - Gli inquilini delle sue stanze erano fuggiti appena saputo il suo male, ed era rimasta sola.
      - Ed i suoi parenti?
      - È venuto un nipote, mi rispose ancora il portinaio, ma soltanto dopo che era morta per portar via i mobili.
      - Non furono venduti pei funerali?
      - Nossignora. I funerali li pagò quella donnina che veniva spesso ad abitare una delle sue camere mobigliate.
      - Quale donnina?
      - Non la conosceva? È la moglie d'un commesso viaggiatore, e, quando il marito era in viaggio e lei non poteva seguirlo, veniva dalla signora Giuditta per non rimaner sola. Le voleva bene; era l'unica che andasse a prendere sue nuove all'ospedale....
      Non era nella galleria dei pigionanti illustri quella, e la povera vecchia non me ne aveva mai parlato.
      Mutati i particolari della dentiera, dei riccioli, con qualche variante nelle piccole manìe, le affittacamere di condizione civile somigliano tutte dal più al meno alla signora Giuditta. Per loro quella magra industria rappresenta la fine d'una vita delusa; una tavola di salvamento a cui si aggrappano per non morire d'inedia, quando hanno perduto famiglia, agiatezza, gioventù ed illusioni.
      Ce ne sono altre invece, che non furono mai più fortunate, che vengono dal popolo; per quelle la professione dell'affittacamere non è una fine ma un principio, un punto di partenza per giungere a gloriosi ideali.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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