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      - Mandai una vicina a chiamare il medico, e misi in fascie un lenzuolo buono, per bendare la testa a mio marito, e mi veniva il pianto dal cuore, perchè, malgrado tutto, era il mio uomo, ed avevo quei figlioli; ed avrei fatto ogni cosa per assisterlo ed alleviargli il male. Ma appena potè parlare, egli domandò la sua mugnaia; la chiamava piangendo, "che quell'altro brigante non gliel'avesse a portar via". Cosa farci? Era moribondo, e la volontà dei moribondi non si deve contrariare. Mi toccò a me d'andarla a cercare, e pregarla di venire se non voleva farlo morir disperato. E poi dovetti starmene in un canto a veder lui che si buttava con le braccia fuori dal letto incontro a quella donna, e la supplicava:
      Oh Maddalena, non mi abbandonare, che t'ho voluto tanto bene; non mi abbandonare!
      E morì pregando lei come se fosse stata la Madonna.
      Rimasta vedova, la Cecchina aveva dovuto provvedere per parecchi anni a sè ed ai figli col solo lavoro delle sue mani. Aveva fatto la lavandaia, la serva, la barcaiola, la filatrice. Poi i figli avevano cominciato a guadagnare qualche cosa. Ma, avvezzi ad esser mantenuti dalla mamma, si facevano tirare pei denti a dar qualche soldino in casa, e soltanto la figliola, tornando dalla filanda, portava tutti i denari della settimana alla Cecchina, e non domandava nulla.
      C'era un altro giorno doloroso, un altro nuvolone nero su quell'orizzonte grigio, su cui il sole non aveva mai mandato un raggio di calore nè di luce.
      La Cecchina, istigata dalla zia Giuliana, narrava la partenza di suo figlio per l'esercito, mentre il professore sorbiva, lento lento, il caffè.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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