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      ... Provati ad illuminare la loro ignoranza prima di farli eguali a te, e vedrai se si rassegneranno ancora, e se non diranno che, poichè non c'è una vita migliore, vogliono ad ogni costo la loro parte di bene in questa.
      La sera, nell'ora in cui il tepore del caminetto ed il caffè caldo e profumato tenevano legato il filosofo nella sua poltrona, la zia Giuliana interrogò la Cecchina sulla sua figliola.
      - Oh! Dio! Di tutti i miei dolori, quello è stato il più crudele, esclamò la vecchia. Da quel giorno che Michele me l'aveva detto, non potei più levarmelo dalla mente che se ne andava. Più la vedevo rossa, e più pensavo: "Ecco; ha la febbre che la brucia di dentro". La condussi all'ospitale, ma non la vollero tenere; e mi dissero che bisognava nutrirla bene. Sempre carne e vino buono. Dove le potevo pigliare queste cose io? Lavoravo come un ciuco; tutto il giorno alla fonte a lavare, che mi si raggranchivano le gambe pel gelo; tutta la notte ad agucchiare, dormendo appena tanto da non morire; ma ci voleva altro. Quando passavo dinnanzi al caffè e vedevo dei giovinotti forti e robusti che mangiavano delle bistecche, mi sentivo tutto il sangue, tutto il mio sangue di madre, che ribolliva: e dover tornare a casa a darle della minestra di riso a quella poveretta! E così se n'è andata; l'ho vista morire ogni giorno un poco, finchè una mattina mi disse:
      - Mamma, torna presto dalla fontana, perchè mi sento come se dovessi andarmene quest'oggi.
      Anch'io lo sentivo, e mi si schiantava il cuore.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





Giuliana Cecchina Michele