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      - Voglio che tu figuri bene, gli diceva contemplandolo; hai un grande avvenire, ma per raggiungerlo è necessario salvare le apparenze. Il mondo è leggiero, e ci bada molto alle apparenze. Voglio che t'ammirino fin d'ora, e che questi americani capiscano che non sei un ragazzo comune.
      Vicenzino si sentiva intenerito da quelle dimostrazioni, e non osava respingere i doni del padre per timore di affliggerlo. Pensava: "Povero babbo, mi vuol tanto bene che fa delle pazzie per me". Ed adorava quel padre puerile come un gran fanciullone ingenuo, che ha bisogno di molta indulgenza. Specialmente dopo la morte di sua madre aveva riportato su quell'unico parente tutto l'affetto del suo cuore.
      Avrebbe voluto poter consacrare al suo idolo una stima pari all'amore. Ma non poteva dimenticare il fatto delle ventimila lire.
      Quando poi era tornato in Italia, quel pensiero aveva preso a tormentarlo come un incubo. Gli pareva che tutti conoscessero l'ingratitudine di suo padre, la sua slealtà, e che lo disprezzassero; ed egli si sentiva umiliato, e soffriva dolorosamente di quel disprezzo. Uscendo nella strada col babbo, gli parlava con atti di devozione, tratto tratto gli baciava la mano, come per dire alla gente: "Vedete come lo onoro, io che lo conosco davvicino?" Reagiva contro il giudizio del pubblico, che in fondo era anche il suo, e pretendeva di modificarlo.
      Ma quelli che lo intimidivano di più, erano i suoi parenti sconosciuti. Si figurava la casa da dove erano uscite le ventimila lire indimenticabili, come il tempio di tutte le virtù, e lo zio, grande e terribile come il Padre Eterno nella sua giustizia offesa, lo faceva tremare.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





Italia Reagiva Padre Eterno