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      Lo respinse per salire più presto, ed entrò affannato nella camera, domandando:
      - Cosa c'è? Cos'è stato?
      Tutti si scostarono per lasciarlo avvicinare al cadavere; ma appena egli lo vide, gridò:
      - Per Dio! è troppo tardi. L'avete lasciato morire!...
      - No, no! urlò Vicenzino. Senta, non può essere morto. Guardi; qui il sangue si è rappreso.
      Il medico esaminò il povero giacente, gli applicò un orecchio sul petto, e rimase quasi un minuto oscultando; quando si rizzò, il suo volto non esprimeva nulla di consolante. Strinse forte il torace del paziente, lo scosse ripetutamente, poi oscultò di nuovo. Nella camera regnava un silenzio solenne. Tutti gli occhi erano fissi sul medico. Vicenzino, che lo spiava più avidamente di tutti, appena lo vide risollevare il capo, mise un grido di gioia. Infatti il medico disse:
      - C'è un battito lievissimo, irregolare, ma c'è. E subito prendendo il moribondo per le spalle, lo tirò sino alla sponda del letto, e gli abbassò il capo fin quasi in terra, poi si mise a stropicciargli forte tutto il corpo. Dopo alcuni minuti la pelle cominciò ad arrossire un pochino, e le pulsazioni si fecero più distinte. Ma il malato era talmente dissanguato, che non ricuperava i sensi. Il rum, l'etere, tutti i cordiali portati sollecitamente dal farmacista, non riescirono a farlo rinvenire.
      - Povero giovane, disse il medico; questo non è di quelli che si suicidano soltanto un poco per commuovere la gente. L'ha fatto sul serio.
      - Ma non morrà? implorò Vicenzino. Non è possibile, non deve morire!


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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