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      Poi c'erano le visite dello sposo, le sue tenerezze, i rossori espressivi della giovinetta, i loro colloqui a mezza voce. Vicenzino faceva la parte di vecchio parente; provvedeva a tutto, assisteva a quelle visite; pensava alle carte, alla richiesta al municipio, alle pubblicazioni, a tutto. Ma in quei giorni era triste e nervoso, e la sua alta missione di carità non bastava a consolarlo.
      La vigilia delle nozze, mentre gli sposi, colla mano nella mano, erano assorti in un lungo silenzio d'amore, la Maria che a diciotto anni aveva ancora tutta la spensieratezza d'una fanciulla viziata, disse all'Elena:
      - Perchè la Laura, che è più giovane, si marita prima di te?
      - Io non penso a maritarmi, rispose l'Elena. E c'era un accento di malinconia così profonda in quelle semplici parole, che Vicenzino si sentì tutto turbato. Essa lo aveva amato, aveva compreso il suo sacrificio, ed accettandolo pel bene de' suoi, s'era sacrificata con lui. Quando uscì per ritirarsi, nel silenzio della strada buia, il giovane prete alzò le braccia al cielo e ringraziò Iddio per quella gioia.
      Vincenzo doveva arrivare nella notte pel matrimonio della sorella, e quando vide l'amico la mattina seguente, gli trovò un aspetto così soavemente calmo, così sereno, che non ebbe neppure l'ombra d'un sospetto del sacrificio che gli aveva fatto, ed abbraciandolo allegramente gli disse:
      - Mio bell'arcangelo, eri proprio nato per essere prete.
      L'anno seguente si maritò la Maria, ed anche lei se ne andò fuori di paese. La casa divenne silenziosa e mesta, troppo vasta, per quel vecchio infermo e quella fanciulla.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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