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      Vicenzino, meravigliato di quella musica tutt'altro che quaresimale, domandò allo zio:
      - Ma si può sapere che bella cosa è accaduta, che qui si fa festa?
      - O, la festa non è per noi, mio caro Vicenzino, sospirò il vecchio. Noi resteremo soli, non avrai più che questo povero vecchio infermo nella tua bella casa parrocchiale....
      Vicenzino si sentì impallidire, e non ebbe la forza di parlare. L'infermo riprese:
      - La nostra Elena se ne va anche lei.
      - È capitato uno sposo? disse Vicenzino tutto tremante.
      - O, è un pezzo che è capitato. Sono sette anni che lo aspetta. Era nelle Indie... Vicenzino si alzò come per andare a congratularsi colla cugina, ma in realtà per nascondere il tremito che lo scoteva tutto.
      S'avviò lentamente, si fermò a guardare in giardino, poi chiuse le vetrate, mormorando che l'aria era troppo fresca per lo zio; e finalmente, pallido ancora ma padrone di sè, andò a sedere presso l'Elena, e le domandò:
      - Dunque avevi un segreto?
      - Sì, disse l'Elena voltandosi a guardarlo coi suoi begli occhi limpidi. Ma non devi lagnarti, perchè ne profittavate tutti. Era il segreto del mio buon umore, della rassegnazione con cui vedevo passare gli anni e partire le mie sorelle. Ero certa che sarebbe tornato.
      - Da sette anni? balbettò Vicenzino.
      - Sì. Da quando tu eri a Vercelli col tuo povero babbo. Egli passò quell'anno qui in permesso; s'era ammalato nel suo primo viaggio al Giappone....
      - È in marina?
      - Sì; nella marina mercantile.
      - Ah, era per questo che amavi tanto i libri di viaggi, i vasti orizzonti, i quadri di marina.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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