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      - Come tutto questo è volgare e brutale! diceva. Subordinare la passione al calcolo preventivo dei bisogni della società! Profanazione! dov'è il Cristo che scacci i mercanti dal tempio? Il sentimento è l'essenza divina che il soffio di Dio ha infuso nell'uomo. Accettiamolo com'è.
      - Tutto questo mi prova, le risposi con un'enfasi di cui allora non mi rendevo ragione, che per ora lei non è innamorata. L'amore ha leggi fatali che tutti siamo costretti a subire. Ammetto che possa finire, anzi in tesi generale è certo che finisce. Ma nessun innamorato ha il coraggio di dirlo e neppur di pensarlo. Mai, sempre, sono parole che si legano inevitabilmente all'amore. L'idea che quegli sguardi che c'inondano di dolcezza non si rivolgeranno più sopra di noi, che quella mano tanto eloquente pel nostro cuore non stringerà più la nostra mano, che fra noi e quell'essere, che è parte di noi, che è anzi tutta la nostra vita, debbano frapporsi il tempo e lo spazio, ci mette spavento; sentiamo di preferire la morte; e nel giorno dell'amore nessuno comprende la vita fuori e dopo di esso.
      Io parlavo coll'eloquenza della convinzione, che è pure la chiave del successo. E nondimeno ella si aggrappava sempre più alla sua strana teoria, ed io non potei rimovernela d'un punto.
      L'entusiasmo con cui dipingeva il suo episodio tempestoso, mi faceva sentire sempre più, non per me, ma per l'amico mio, che certo amava Fulvia, il bisogno che quell'amore fosse durevole.
      Fulvia mostrava troppa potenza d'amore e di sacrifizio, perchè quelle idee fossero inerenti al suo carattere.


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Tempesta e bonaccia. Romanzo senza eroi
di Marchesa Colombi
G. Brignola Editore
1877 pagine 172

   





Cristo Dio Fulvia