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      .. Sono fenomeni strani, ma che pure accadono. Giosuè non ha fermato il sole? Ma veramente io sentivo repugnanza a quella vita di inganni; provavo il bisogno di rientrare nella legalità. La profonda riconoscenza che serbavo a Vittoria pel suo amore (non si trattava già più del mio) non m'impediva di osservare la tranquillità con cui ella mentiva al marito alla mia presenza. Certo ella si prestava ad un'odiosa commedia; certo ne soffriva; ma tuttavia con che arte vi si prestava! E come sapeva nascondere le sue ripugnanze! Oh! una donna che mente dinanzi all'uomo che ama, non può farlo che a danno di quello stesso amore per cui si avvilisce fino alla menzogna. Io ero stato ben generoso a superare il disgusto che m'inspirava quell'ipocrisia sorridente; avevo spinto la clemenza fino a non avvedermene affatto; ma ormai mi era caduta la benda. Il mio onore, il decoro e la pace di Vittoria, l'amicizia di Ernesto m'imponevano di rompere quella relazione colpevole. Ed a coronare tutto codesto capitolo di morale rivoltato in tutti i sensi, veniva sempre come un ritornello la riflessione: "Fulvia è una cara ed onesta giovane, ed io ballo assai male."
      Verso le quattro del mattino, stanco di avvoltolarmi nel letto, e stanco di quelle idee sempre le stesse, che cominciavano a diventar noiose, mi alzai, e mi posi a scrivere alla marchesa quelle mie riflessioni, ed a persuaderla ch'era necessario separarci per sempre.
      Per quanto io stesso riconosca i miei torti, e sappia punirmene col sarcasmo, posso dirlo a fronte alta, io non sono cattivo.


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Tempesta e bonaccia. Romanzo senza eroi
di Marchesa Colombi
G. Brignola Editore
1877 pagine 172

   





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