Pagina (91/172)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - "Addio, Fulvia. Non mi rimproverate un ultimo sfogo dell'anima. Io non sono temibile per voi. Non credo di esserlo stato mai dinanzi alla vostra fiera virtù. Ma ora poi, mi sento disfatto in faccia a me stesso, e debbo esserlo anche in faccia a voi. A rivederci, se il destino lo vorrà. Quando vi stringerò la mano, la bella mano candida, mi troverete molto mutato.
     
      - "MAX."
     
     
     
      XXII.
     
      Quella lettera mi fece una profonda impressione. Lessi più e più volte quel periodo chiuso nella parentesi, e lo ripensai ancora ed ancora dopo aver piegata la lettera, e mi trovai di saperlo a mente.
      Mi nascondevo il volto tra le mani, e ad occhi chiusi vedevo Massimo dinanzi a me, e sentivo il suo bacio. O Dio! Non era vero ch'egli non fosse temibile per me. Ero d'una debolezza dinanzi a lui! Egli aveva l'energia che mancava a me; e quello sguardo d'aquila che penetra nell'anima. Con questo mi conosceva; con quella mi dominava.
      Se, quando io gli avevo detto in quella sera burrascosa:
      Non vi amo più" egli fosse rimasto umiliato dalla mia parola, e l'avesse accettata, io mi sarei esaltata in quel capriccio, e vi avrei persistito, e quell'amore sarebbe finito come la simpatia per Giorgio. Max invece mi scrutò il cuore e vide che l'amore viveva, ma era sopraffatto soltanto da una fantasia bizzarra; ed, ardito ed energico, s'oppose alla mia fantasia, mi dimostrò il mio proprio inganno, e mi disse:
      - "Sii sincera; non vedi che mi ami?" Ed io fui sincera, il capriccio svanì, l'amore rimase.
      Egli mi dominava coll'ascendente del suo grande ingegno e della sua anima leale; e non poteva non esser temibile.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tempesta e bonaccia. Romanzo senza eroi
di Marchesa Colombi
G. Brignola Editore
1877 pagine 172

   





Fulvia Massimo Dio Giorgio Max