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      Ma, tornando al principal proposito, dico che mentre in compagnia del detto Colombo giovane l'Ammiraglio navigava, il che fece lungamente, avvenne che intendendo che le dette quattro galee grosse veneziane tornavano di Fiandra, andarono a cercarle e le trovarono tra Lisbona e il capo di San Vincenzo, che è in Portogallo, dove venuti alle mani combattettero fieramente e si accostarono in modo che si afferrarono insieme con tanto odio e coraggio che d'un vascello nell'altro montavano, uccidendosi e percotendosi senza alcuna pietà, così con armi da mano come con pignatte e altri ingegni di fuoco, in guisa tale che, essendosi combattuto dalla mattina fino all'ora di vespro, ed essendo oramai molta gente d'ambe le parti morta e ferita, si attaccò il fuoco fra la nave dell'Ammiraglio e una galea grossa veneziana, le quali perch'erano attaccate insieme con ganci e catene di ferro, strumenti che gli uomini di mare usano per tale effetto, non potè esser rimediato all'una né all'altra parte, per la mischia che tra loro era e per lo spavento del fuoco che già in poco spazio era cresciuto tanto, che il rimedio fu che saltassero fuori nell'acqua quelli che potevano per piuttosto così morire che sopportare il tormento del fuoco. Ma essendo l'Ammiraglio grandissimo nuotatore, e vedendosi due leghe o poco più discosto da terra, prendendo un remo che la sorte gli presentò, e aiutandosi con quello talvolta, e talaltra nuotando, piacque a Dio, che per altra maggior cosa l'aveva salvato, di dargli forze onde giungesse a terra, benché tanto stanco e travagliato dalla umidità dell'acqua che stette molti dì a rifarsi.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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