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      Ma, perché abbiamo troppo a lungo ragionato di questa favola, passerò all'altro capo ove dice che gli Spagnoli ebbero anticamente il dominio delle dette Indie, fondando la sua intenzione sopra quel che Stazio Seboso dice, che certe isole chiamate Esperidi giacevano quaranta giorni di navigazione verso occidente dalle isole delle Gorgoni, e che quindi si argomenta che, poiché tali di necessità hanno ad esser le Indie, e si chiamano Esperidi, cotal nome presero da Espero re che fu di Spagna, il quale per conseguenza e gli Spagnoli erano stati padroni di quelle terra. Di modo che, ben considerato il suo dire, vuole da un'autorità incerta trarre tre conclusioni vere, non si conformando troppo con l'autorità di Seneca, che nel VI dei suoi Naturali, parlando di cotali cose, dice esser difficile di quello che s'ha per congetture a trattare l'affermare cosa alcuna per certa e determinata, sì come in ciò avviene all'Oviedo, poiché delle isole Esperidi, come dicono, solamente Seboso parlò, esprimendo verso dove giacevano, né però dicendo che siano le Indie, né da chi siano state nominate e soggiogate. E se l'Oviedo afferma che Espero fu re della Spagna, secondo che Beroso afferma, dico che è il vero che Beroso dice Espero essere stato re della Spagna, ma non già ch'egli desse il nome alla Spagna o all'Italia. Ma questi avendo, come verace storico, conosciuto che in questo passo gli manca Beroso, attiensi a Iginio, ma cautamente, non specificando in qual libro, né in quel capitolo, e così allunga, come dicesi, i testimoni, poiché in effetto non si trova luogo dove Iginio dica tal cosa: anzi in un solo libro che di lui si trova, intitolato De poetica Astronomia, non solo non mette cotali parole, ma in tre luoghi, ove di queste Esperidi parla, dice così: «Ercole si dipinge in atto che voglia uccidere il drago, il quale guardava le Esperidi». E più oltre dice che, essendo stato Ercole mandato da Euristeo per i pomi dell'oro alle Esperidi, e non sapendo la strada, andò a Prometeo nel monte Caucaso e lo pregò che gl'insegnasse il cammino, da che si manifestò la morte del drago.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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