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      Laonde l'Ammiraglio vi lasciò il Pinzón, acciò che subito giunto in terra procacciasse di avere un altro naviglio, ed egli per lo stesso effetto corse all'isola della Gomera insieme con la Niña affinché, se nell'una di quelle isole non trovassero comodità di naviglio, nell'altra lo cercassero.
      Con tal deliberazione seguendo il cammino, la domenica seguente, che fu ai 12 di agosto sera, giunse alla Gomera, e subito mandò il battello in terra, il quale la mattina seguente ritornò alla nave, dicendo non essere allora alcun naviglio in quell'isola, ma che d'ora in ora quei del paese aspettavano donna Beatrice di Bovadiglia, signora della stessa isola, che era nella gran Canaria, la quale conduceva un naviglio di un certo Grageda da Siviglia di quaranta botte, il quale, per essere atto a cotal viaggio, egli avrebbe potuto pigliare. Perché l'Ammiraglio deliberò di aspettare in quel porto, stimando che, se il Pinzón non avesse potuto racconciare il naviglio, ne avrebbe ritrovato alcuno nella Gomera. Stato adunque quivi i due giorni seguenti, vedendo che il detto naviglio non compariva e che partiva per la gran Canaria un caravellone dall'isola della Gomera, mandò in esso un uomo che ragguagliasse il Pinzón del suo arrivo e lo aiutasse a racconciare il naviglio, scrivendogli che s'egli non tornava indietro a dargli aiuto, ciò era perché quel naviglio non poteva navigare. Ma poiché dopo la partenza del caravellone tardò molto ad aver novella, l'Ammiraglio deliberò ai 23 d'agosto di tornar coi suoi due navigli alla gran Canaria.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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