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      A che tanto s'inchinò maggiormente in quanto oramai molti gli si offrivano dicendo che volentieri vi sarebbero restati, e avrebbero fatta l'abitazione loro in quella terra. Per la qual cosa deliberò di fabbricarvi una torre col legname della nave perduta, di cui niuna cosa lasciò che non cavasse fuori e non ne trasse qualche utile.
      Il dì seguente, che fu il giovedì ai 27 di dicembre, venne nuova che la caravella Pinta era nel fiume verso il capo di levante dell'isola. Il che, per saper di certo, manda quel cacico, il cui nome era Guacanagarí, una canoa con alcuni Indiani, i quali conducessero in quel luogo un Cristiano. Costui, avendo camminato 20 leghe per la costa all'insù, tornò indietro senza recare nuova di essa. Il che fece che non fu data fede ad un altro Indiano, il quale disse di averla alcuni giorni avanti veduta. Ma, nonostante questo, L'Ammiraglio non rimase di dare ordine al rimanere dei Cristiani in quel luogo: i quali ogni dì più conoscevano la bontà e ricchezza di quella terra, portandosi gl'Indiani a presentar loro di molte maschere e cose d'oro, e dando loro conto di molte provincie di quell'isola, ove cotal oro nasceva.
      Essendo adunque già per partire l'Ammiraglio, venuto a ragionamento col re sopra i Caribi, dei quali essi si lamentano e hanno gran paura, sì per lasciarlo contento col lasciargli la compagnia dei Cristiani, come allo scopo che avesse paura delle nostre armi, fece sparare una bombarda nel fianco della nave, che la passò da una banda all'altra, e la palla ne saltò in acqua: di che ebbe il cacico non poco spavento.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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