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      Indi, poi ch'ebbe uditi con allegro volto i particolari della sua vittoria, gli offrì tutto quello che per servizio dei Re Cattolici bisognasse, ancorché gli paresse che, per quanto fra loro era stato capitolato, quella conquista si appartenesse a lui. A che l'Ammiraglio rispose che non sapeva nulla di cotal capitolazione, e che quel che gli era stato comandato, cioè che non andasse alla Mina di Portogallo, né in Guinea, egli aveva interamente osservato. A cui disse il re che il tutto stava bene, e che si rendeva certo che il tutto si farebbe come la ragione ricercasse. Ed essendo stato un gran pezzo in cosiffatti ragionamenti, il re comandò al Priore di Crato, che era il principale uomo e di maggiore autorità che presso di lui fosse, che alloggiasse l'Ammiraglio e gli facesse ogni favore e buona compagnia: il quale così fece.
      E dopo essere stato la domenica e il lunedì fin dopo messa in quel luogo, l'Ammiraglio tolse commiato dal re, il quale gli mostrò molto amore e gli fece molte offerte, comandando a don Martino di Noronha che andasse con lui: né restarono molti altri cavalieri di accompagnarlo per fargli onore e per intendere le grandi cose del suo viaggio.
      E così, venendo egli per la via di Lisbona, passò per un monastero dove la regina di Portogallo si ritrovava, la quale con grande istanza lo aveva mandato a pregare che egli non passasse senza visitarla. Andato pertanto a lei, l'allegrò molto, ed ella fece a lui tutto quel favore e cortesia che ad un gran signore si ricercava.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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