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      Nel qual tempo, dopo ch'ebbe ordinate le cose della popolazione il meglio che poteva, per le cose di fuori nel mese di gennaio mandò un Alfonso di Ojeda con 15 uomini a cercar le miniere di Cibao. Poscia ai 2 di febbraio se ne ritornarono 12 navigli dell'armata in Castiglia con un capitano, chiamato Antonio de Torres, fratello dell'aia del principe don Giovanni, uomo di gran giudizio e onore, e di cui i Re Cattolici e l'Ammiraglio molto si confidavano. Questi copiosamente portava scritto tutto quello che era successo, e le qualità del paese, e quel che bisognava che vi si facesse. E indi a pochi dì tornò l'Ojeda, e facendo relazione del suo cammino disse che il secondo giorno dopo la sua partita dall'Isabella aveva dormito in un porto che era alquanto difficile da passare e che d'indi in poi di lega in lega aveva trovati cacichi dai quali aveva ricevuta molta cortesia, e che, seguendo il suo cammino, nel sesto giorno dopo la sua partenza giunse alle miniere di Cibao, ove subito gl'Indiani alla sua presenza colsero dell'oro in un piccolo fiume, come avevano fatto anche in molti altri della stessa provincia, nella quale affermava esser gran copia d'oro. Con queste nuove l'Ammiraglio, il quale era già libero dalla sua infermità, restò molto allegro e deliberò di smontare in terra a veder la disposizione della regione, per sapere quel che vi fosse stato mestieri di fare.
      Adunque il mercoledì ai 12 di marzo del sopraddetto anno 1494 partì dall'Isabella per Cibao a veder le dette miniere con tutta la gente che vi si ritrovava sana, così a piede come a cavallo, lasciata buona guardia nelle due navi e tre caravelle che dell'armata vi rimanevano, e nella capitana fatto mettere tutta la munizione e gli armeggi delle altre navi affinché nessuno potesse sollevarsi con quelle, così come allora ch'egli era ammalato alcuni avevano tentato di fare, perché, essendo andati molti a quel viaggio credendo che subito smontati in terra si dovessero caricar d'oro e così ricchi tornarsene (il quale oro dovunque si ritrova, si cerca e si raccoglie con fatica, industria e tempo), poiché loro non era succeduta la cosa come avevano sperato, scontenti e travagliati per ciò, e per l'edificazione della nuova terra, e stanchi per le infermità che il paese nuovo, l'aria e i cibi cagionate avevano loro, segretamente si erano congiurati di lasciare l'obbedienza dell'Ammiraglio e di pigliar per forza quei navigli che vi restavano e di tornarsene con essi in Castiglia.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
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