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      L'Ammiraglio, vedendo che già si era discostato 18 leghe dall'Isabella, e che la terra che aveva lasciata alle spalle era tutta molto aspra, comandò che fosse fabbricato un castello in un sito molto allegro e forte, che chiamò il castello di San Tommaso, il quale, signoreggiasse la terra delle miniere e fosse come rifugio dei Cristiani che andassero ad esse miniere. In questo nuovo castello pose mossen Pietro Margarita, uomo di molta autorità, con 56 uomini, fra i quali erano maestri di tutto quello che si ricercava per fabbricare il castello, che si faceva di terra e legname, perché così bastava a resistere ad ogni quantità d'Indiani che sopra esso venisse. Quivi aprendo la terra per gittarne le fondamenta e tagliando certa rupe per fare i fori, poi che furono penetrati sotto il sasso due braccia, trovarono nidi di fieno e di paglia, e invece di uova tre o quattro pietre tonde della grossezza di una melarancia grossa, le quali pareva che fossero state fatte ad arte per artiglieri, di che presero grandissima meraviglia: e nel fiume, che scorre alle radici di detto giogo sopra il quale ora giace il castello, trovarono sassi di diversi colori, e alcuni di loro grossi, di finissimo marmo, e altri poi di puro diaspro.
     
      CAPITOLO LII
     
      Come l'Ammiraglio tornò all'Isabella e trovò quel terreno essere molto fertile.
     
      Dato ch'ebbe l'Ammiraglio ordine per la perfetta fabbrica e fortificazione del castello, il venerdì ai 21 di marzo partì verso l'Isabella, e giunto al fiume Verde trovò i muli che venivano con vettovaglie, e per le molte pioggie non potendo passare il fiume, si fermò quivi e mandò alla fortezza le vettovaglie.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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