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      E affinché per il sostentamento della gente non mancasse farina, sollecitò con molta diligenza la fabbrica dei molini, ancorché le pioggie e le crescenti dei rivi a ciò fossero molto contrarie; delle quali pioggie dice l'Ammiraglio procedere l'umidità e per conseguenza la fertilità di quell'isola, la quale è così grande e maravigliosa che mangiarono frutta di quegli alberi di novembre, nel qual tempo tornarono anche a produrle, da che argomentò che rendono due volte frutta all'anno; ma le erbe e i semi fruttano e fioriscono di continuo. In ogni tempo altresì trovarono per gli alberi nidi di uccelli con uova e uccellini nati. E come la fertilità di tutte le cose era grande, si aveva eziandio ciascun dì novelle delle grandi ricchezze di quel paese, perché ogni dì veniva taluno di coloro che l'Ammiraglio aveva mandati in diverse parti, e recavano avvisi di miniere che erano state scoperte, oltre la relazione ch'egli aveva dagl'Indiani della grande quantità d'oro che in vari luoghi dell'isola si scopriva.
      Ma l'Ammiraglio, non accontentandosi di tutto ciò, deliberò di tornare a scoprire per la costa di Cuba, non avendo egli certezza che fosse isola o terraferma, e prendendo seco tre navigli, il giovedì ai 24 di aprile, dopo ch'ebbe desinato, spiegò ai venti le vele e andò a dar fondo quel dì a monte Cristo al ponente dell'Isabella: e il venerdì andò al porto di Guacanagarí, pensando di trovarlo quivi: ma egli, quando ebbe veduti i navigli, con paura era fuggito, come che i suoi sudditi simulando affermassero ch'egli subito sarebbe tornato.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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