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      Poi donate ch'ebbe loro alcune cosette, li lasciò andare molto contenti: ed egli seguitò il suo cammino con deliberazione di non continuarlo lungamente, perché gli mancavano già le vettovaglie, delle quali s'egli avesse avuto abbondanza non sarebbe tornato in Spagna se non per l'oriente, quantunque fosse molto travagliato, sì perché mangiava male, e sì eziandio perché non s'era spogliato né riposato in letto dal giorno della sua partita di Spagna fino al 19 di maggio, nel qual tempo questo scriveva, fuorché 8 notti per soverchia indisposizione.
      E se altre volte egli ebbe fatica, in questo cammino n'ebbe doppiamente per quella innumerabile quantità d'isole fra le quali navigava, che era tanta che ai 20 giorni di maggio ne scoperse 71 oltre a molte altre che nel tramontar del sole egli vide verso Ovest-Sud-Ovest. Le quali isole o secche non solo mettono gran paura con la loro gran moltitudine che d'ogni intorno si vede, ma quel che porge assai maggior spavento è che da loro si genera ogni sera una gran nebbia nel cielo all'Est, di così orribile vista che par ch'abbia a cadere una grandissima pioggia di grandine, tanto sono i tuoni, e i lampi: ma nell'apparir della luna svanisce il tutto, risolvendosene alcuna parte in pioggia e in vento: il che è tanto ordinario e naturale di quel paese che non solo avvenne tutte quelle sere nelle quali l'Ammiraglio vi navigò, ma ancor io vidi il medesimo in quelle isole l'anno 1503 venendo dallo scoprimento di Veragua. Ed il vento ordinariamente quivi soffia di notte da tramontana perché esce dall'isola di Cuba, e poi, levato il sole, si rivolge da Est e se ne va col sole finché questo dà la volta all'occidente.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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