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      Il quale, poi che si fu fornito d'acqua e di pane e di legna, il mercoledì ai 20 di aprile diede le vele al vento e partì da quell'isola di Guadalupa, e con venti scarsi e molte calme seguì il suo cammino venendo per 22 gradi, quando più e quando meno, secondo che i venti ricercavano, perché allora non si aveva l'esperienza che ora si ha di mettersi bene a tramontana per trovare i venti vendavoli; e però, avendo fatto poco cammino ed essendo la gente molta, cominciarono ai 20 di maggio ad essere tutti in gran tribolazione per la penuria delle vettovaglie, la quale era tanta che solamente mangiavano sei oncie di pane al dì per ciascuno ed un'inghistara e mezza d'acqua, senz'altra cosa. E quantunque fossero 8 o 10 [piloti] in quelle due caravelle, niun però di loro sapeva ove fossero, ancorché l'Ammiraglio fosse certissimo che si ritrovavano alquanto più all'occidente delle isole degli Astori; di che rende la ragione nel suo Itinerario dicendo
      «Questa mattina le aguglie fiamminghe norvestavano, come sogliono, una quarta, e le genovesi, che solevano conformarsi con quelle, non norvestavano se non poco; e per l'avvenire hanno a norvestare andando l'Est, che è segno che ci ritroviamo cento leghe alquanto più all'occidente delle isole degli Astori, perché quando furono appunto cento, allora era in mare poca erba di ramoscelli sparsi, e le aguglie fiamminghe norvestavano una quarta, e le genovesi percotevano la tramontana; e, quando saremo più ad Est-Nord-Est, faranno alcuna cosa».
      Il che si verificò subito la domenica seguente ai 22 di maggio.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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