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      Di modo che Orlando, sotto colore di voler a ciò dar rimedio e di voler castigar coloro, radunò la sua gente nella stanza di un suo cacico, nominato Marche, per eseguire il suo proponimento, venuta l'occasione. Ma perché di questo il castellano Balester aveva già alcun sospetto, tenne buona guardia nella fortezza e fece intendere al prefetto il pericolo nel quale si trovava. Il quale con gran prestezza, e con quella gente che poté mettere insieme, fu pronto a mettersi nella fortezza. A cui l'Orlando, essendo già scoperta chiaramente la sua congiura, venne con salvacondotto, piuttosto per considerare quello ch'egli avesse potuto fare in danno del prefetto che per voglia di venire a qualche accordo: e con maggiore irreverenza e sfacciatezza del convenevole protestò al prefetto che facesse gettare la caravella in acqua, ovvero che gli desse licenza di poter gettarla, che egli coi suoi amici gettata l'avrebbero. Per le quali parole essendosi alquanto il prefetto sdegnato, gli rispose che egli né i suoi amici non erano marinai, né sapevano quel che in tal caso fosse ragionevole e necessario e che, quantunque essi avessero potuto gettarla in acqua, non avrebbero però potuto navigare con quella per difetto di sartie e di altri apparecchi, e che ciò era un voler mettere in pericolo la gente e la caravella. E perché il prefetto intendeva ciò, come uomo di mare, ed essi, non essendo marinai, non lo comprendevano, seguivano diversi pareri. Passate queste e altre ragioni di spiacevolezza, l'Orlando si partì sdegnato, senza voler deporre la bacchetta né stare a giudizio, come gli comandava il prefetto, dicendo che ambedue le cose avrebbe fatte quando il Re, per cui era nell'isola, gliele comandasse, poiché sapeva che per mezzo di lui non gli doveva esser fatta giustizia, per l'odio che gli portava, ma che a torto o a ragione avrebbe cercata occasione di ammazzarlo, o di fargli alcuna vergogna, e che intanto, per far quello che la ragione richiedeva, egli voleva andarsene a fare la sua residenza dove gli comandasse.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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