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      Ma assegnandogli il prefetto per stanza il cacico Diego Colón, rifiutò, dicendo che non vi sarebbe stata vettovaglia per la sua gente e che egli avrebbe cercato un altro più comodo luogo.
      Prese adunque la strada dell'Isabella, e poste insieme 65 persone, vedendo di non poter varare la caravella, mise a sacco la casa delle munizioni, togliendo egli e i suoi seguaci le armi, i drappi e le vettovaglie che più loro piacquero, senza che don Diego Colón, il quale era quivi, glielo potesse vietare: anzi, s'egli non si ritirava con alcuni suoi servi nella fortezza, avrebbe corso pericolo: ancorché nel processo che sopra questo caso fu poi formato, vi fossero di quelli che dissero che il giudice gli promise obbedienza purché egli prendesse la voce contro suo fratello. Ma non accettando egli ciò, né potendo Orlando fargli maggior danno, temendo il soccorso che gli veniva dal prefetto, si partì dalla villa con tutti gli ammutinati, e dando sopra gli armenti che nel contorno pascevano, ammazzarono quelli che più loro piacquero per il mangiar loro, e si fornirono per il cammino degli animali di servigio, che presero, deliberati di andare alla provincia di Suragna, donde il prefetto poco avanti era venuto, con pensiero di fermarsi quivi, per essere la più abbondante e deliziosa terra dell'isola e per aver la gente molto savia e accorta, paragonata con gli altri popoli della Spagnola, e specialmente per esservi le più belle donne e di piacevole conversazione che altrove: il che era quel che più li invitava ad andarvi.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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