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      Sotto questo nome vendendo egli il tutto, dall'altra parte procacciava che fosse comprato da alcuni suoi compagni per i due terzi meno di quel che valevano. Le quali cose oltre che così faceva, non drizzava ad altro fine le cose di giustizia, né aveva altro rispetto che di farsi ricco, e acquistar la grazia del popolo. Tuttavia egli era con paura che il Prefetto, non ancora tornato di Suragna, gli cagionasse alcun impedimento, e che armata manu cercasse di liberar l'Ammiraglio: ma i suoi fratelli in ciò furono di molta prudenza, e l'Ammiraglio mandò loro subito a dire che, per servigio dei Re Cattolici, e per non mettere in sedizione la terra, a lui andassero pacificamente, dato che, giunti in Castiglia, avrebbero ottenuto più facilmente il castigo di cosiffatta persona e rimedio al torto che era a lui fatto. Ma né per ciò il Bobadiglia lasciò d'imprigionarlo coi suoi fratelli, consentendo che i tristi e i popolari dicessero di loro mille ingiurie per le piazze, suonando con corni presso al porto ov'essi erano stati imbarcati, oltre ad essere stati piantati per i cantoni molti libelli diffamatori: in guisa che, quantunque avesse inteso che un Diego Ortiz governatore dell'Ospitale aveva letto un libello in piazza, non solo non lo castigò, ma ne dimostrò una grande allegrezza: onde s'ingegnava ciascuno a sua possa di farsi conoscere in cotali cose valente. Né restò egli, al tempo della partenza, temendo forse che l'Ammiraglio tornar dovesse nuotando, di comandare al patrono del naviglio, chiamato Andrea Martín, che così prigione dovesse consegnarlo al vescovo don Giovanni Fonseca, col cui favore e consiglio si teneva per certo che egli facesse quel che faceva: quantunque, essendo poi in mare, conosciuta il patrono la malignità del Bobadiglia, volesse trarre i ferri all'Ammiraglio: a che egli non consentì mai, dicendo che poiché i Re Cattolici comandavano per la loro lettera che egli eseguisse quello che dal Bobadiglia per nome loro gli fosse comandato, per la quale autorità e commissione egli l'aveva messo in ferri, non voleva che altri che le stesse persone delle Altezze loro facessero sopra ciò quel che più loro piacesse: ed egli aveva deliberato di voler salvare quei ceppi per reliquie e memoria del premio dei suoi molti servizi, come anche fece, perché io gli vidi sempre in camera cotali ferri, i quali volle che con le sue ossa fossero sepolti.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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