Pagina (284/337)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma veduta poi la loro soverchia arroganza, per impaurirli fece alcune volte sparare qualche pezzo di artiglieria: al qual rumore essi rispondevano con gridi, percotendo coi bastoni le fronde degli alberi, e facendo grandi minaccie, e mostrando che non avevano paura del suo rumore, perché in effetto pensavano che solo fossero tuoni per cagionare spavento. Per la qual cosa, e anche perché non avessero tanta superbia, né sprezzassero i Cristiani, l'Ammiraglio fece tirare ad una squadriglia di loro, che si era ridotta insieme in un piccolo poggio, e, dando in mezzo a loro la palla, fece loro conoscere che quella burla era così fulmine come tuono. Onde poi neppure dietro ai monti avevano ardire di affacciarsi.
      Era la gente di questo paese la più disposta che fino allora si fosse veduta fra gl'Indiani, perché erano alti e asciutti, senza alcuna gonfiezza di ventre, e di bei volti: la terra tutta era piena di picciol'erba, e di pochi alberi, e nel porto vi erano ramarri grandissimi, o coccodrilli, i quali escono a stare e dormire in terra e spargono un certo odore che pare che vi sia tutto il musco del mondo: ma son tanto carnivori e crudeli che prendono un uomo, se lo trovano a dormire in terra, e lo trascinano fino all'acqua per mangiarselo, per quanto poi siano timidi e fuggano quando sono assaliti. Di cotali ramarri si trovano ancora in molte altre parti della terraferma e alcuni affermano questi essere coccodrilli come quelli del Nilo.
     
      CAPITOLO XCIV
     
      Come per la forza dei temporali l'Ammiraglio tornò verso occidente per intendere delle miniere e per informarsi di Beragua.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





Cristiani Ammiraglio Indiani Nilo Ammiraglio Beragua