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      La notte erano serrati sotto coperta, ed essendo la scotella tanto alta che non potevano giungervi, si scordarono le guardie di chiuderla dalla parte di sopra con catene, perché vi dormivano alcuni marinai sopra: onde gl'Indiani procacciarono il loro scampo così. Raccolti pian piano tutti i sassi della zavorra della nave alla bocca della scoteIla, ne fecero un monte grande, e poi tutti insieme spingendo con le spalle di sotto, una notte a forza aprirono la scotella, gittando quelli che su vi dormivano sotto sopra, e, saltando prestamente fuori alcuni dei principali, si lanciarono in acqua. Ma, essendo concorsa gente al rumore, molti di essi non potettero farlo; e così, avendo tosto chiusa i marinai la scotella con la sua catena, si misero a far miglior guardia: ma perché quelli che erano rimasti si videro disperati per non aver potuto salvarsi coi loro compagni, con le funi che potettero avere furono la mattina trovati appiccati, coi piedi e con le ginocchia stese nel piano e nella zavorra della nave, per non esservi tanta altezza che avessero potuto alzarsi da terra: di modo che dei prigioni di quel naviglio ciascuno o fuggì o morì. Ora, quantunque tale perdita loro non fosse di gran danno ai navigli, nondimeno temevasi che, oltre che la loro fuga o morte accresceva le disgrazie, dovesse a quei di terra ciò increscere: coi quali il Quibio, per riavere i figliuoli, volentieri avrebbe fatto pace ed ora, vedendo che non v'era pegno per poterla fare, dubitavasi ch'egli fosse per fare assai più cruda guerra ai Cristiani.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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