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      Poco era constante, e più crudele che giusto. Abbominò Pacino Peruzzi, uomo di buona fama. Sanza esserne richiesto, aringava spesso ne' consigli, e dicea che era egli quello che gli avea liberati dal tiranno Giano, e che molte notti era ito con picciola lanterna, collegando il volere degli uomini per fare la congiura contro a lui.
     
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      La Potesteria di Messer Monfiorito (1299).
     
      I pessimi cittadini per loro sicurtà chiamorono per loro Podestà messer Monfiorito da Padova, povero gentile uomo, acciò che come tiranno punisse, e facesse della ragione torto e del torto ragione, come a loro paresse. Il quale prestamente intese la volontà loro, e quella seguì; che absolvea e condannava sanza ragione, come a loro parea: e tanta baldanza prese, che palesemente lui e la sua famiglia vendevano la giustizia, e non ne schifavano prezo per piccolo o grande che fusse. E venne in tanto abbominio che i cittadini nol poterono sostenere, e feciono pigliar lui e due suoi famigli, e feciollo collare: e per sua confessione seppono delle cose, che a molti cittadini ne seguì vergogna assai e pericolo: e vennono in discordia, ché l'uno volea fusse più collato, e l'altro no. Uno di loro, che avea nome Piero Manzuolo, il fe' un'altra volta tirar su: il perché confessò avere ricevuta una testimonanza falsa per messer Niccola Acciaiuoli; il perché nol condannò: e funne fatto nota. Sentendolo messer Niccola, ebe paura non si palesasse più: èbbene consiglio con messer Baldo Aguglioni, giudice sagacissimo e suo advocato; il quale dié modo avere gli atti dal notaio per vederli, e ràsene quella parte venìa contro a messer Niccola.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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