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      Il re di Francia, montato in superbia perché da lui era proceduta la morte di papa Bonifazio; credendo che la sua forza da tutti fusse temuta; faccendo per paura eleggere i cardinali a suo modo, addomandando l'ossa di papa Bonifazio fussono arse, e lui sentenziato per eretico; tenendo il Papa quasi per forza; opponendo e disertando i giudei, per tòrre la loro moneta; appognendo a' Tempieri resìa, minacciandoli; abassando gli onori di santa Chiesa; sì che per molte cose rinnovate nelle menti degli uomini la Chiesa non era ubbidita; e non avendo braccio né difenditore, pensarono fare uno imperadore, uomo che fusse giusto, savio e potente figliuolo di santa Chiesa, amatore della fede. E andavano cercando chi di tanto onore fusse degno: e trovarono uno che in Corte era assai dimorato, uomo savio, di nobile sangue, giusto e famoso, di gran lealtà, pro' d'arme e di nobile schiatta, uomo di grande ingegno e di gran temperanza; cioè Arrigo conte di Luzimborgo di Val di Reno della Magna, d'età d'anni XL, mezano di persona, bel parlatore, e ben fazionato, un poco guercio.
     
      Era stato questo conte in Corte, per procacciare un grande arcivescovado della Magna per un suo fratello. Il quale, avuto il detto beneficio, si partì: il quale arcivescovado avea una delle sette voci dello 'mperio. L'altre voci, per volontà di Dio, s'accordorono; e eletto fu Imperadore: il quale, per lunga vacazione dello Imperio, quasi si reputò niente a poter essere re.
     
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      Arrigo, tuttoché sconsigliato per opera de' Fiorentini, discende in Italia e si avvicina a Milano (novembre 1308 - dicembre 1310).


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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